L'assenzio è un liquore ad alta gradazione alcolica, 68°, che si presenta in colore verde smeraldo o verde chiaro. E' ottenuto dalla Artemisia Absinthium, una pianta spontanea che cresce in gran parte dell'Europa e particolarmente in Italia, dove è nota anche come "artemisia maggiore o romana". Le proprietà officinali di questa pianta erano conosciute fin dall'antichità: è citato in un papiro egiziano risalente al 1600 a.C., secondo Plinio e Plutarco fu utilizzato nel 150 a.C. anche come insetticida per i campi, in una raccolta tedesca di erbe medicamentose di età rinascimentale è consigliato alle persone di "cattivo carattere", ed in alcuni racconti nelle Sacre Scritture simboleggia i dolori della vita. E' talmente amaro che si usava dire di qualcosa "è amaro come l'assenzio".

L'absinthe, in italiano assenzio, fa parte delle mode che caratterizzarono la fine dell'Ottocento. La sua diffusione era iniziata verso il 1830 quando iniziò il trionfante ritorno in patria delle truppe francesi che avevano conquistato l'Algeria. Si vociferava che l'assenzio diluito in acqua, li aveva preservati dal tifo, dal colera, dalla dissenteria e perfino dalla malaria. In Francia la strana bevanda dall'amaro gusto di anice diventò rapidamente una moda, quasi un rito sociale. La chiamavano Le péril vert, il pericolo verde, o anche La fée verte, la fata verde, con riferimento al colore della bevanda e all'atmosfera "magica" in cui si perdevano le persone che lo consumavano.




SPLENDORE E OBLIO

Verso la fine del diciannovesimo secolo, in Francia, l'assenzio raggiunse l'apice del successo: il suo uso accomunava il ricco borghese, l'artista e il proletario, il suo alto gradimento tra il popolo ne fece la bevanda più consumata. L'assenzio infatti, poteva costituire un'economica alternativa per sbronzarsi, ed altre aziende iniziarono a produrre il loro Absinthe con componenti a bassissimo costo per battere la concorrenza con il prezzo più basso a discapito della qualità. Non ci volle molto perché questo aperitivo dal gusto di anice si diffondesse in tutta Europa e successivamente anche negli Stati Uniti.

L'assenzio fu l'ispirazione del modo di vivere bohemiènne e praticamente tutti gli scrittori e gli artisti (Gauguin, Picasso, Verlaine, Rimbaud, Monet, Boudelaire, Wilde, Lautrec, Van Gogh, Modigliani, Hemingway, Allan Poe) ne facero la loro musa personale. Si dice anche che Van Gogh si recise l'orecchio in preda ad una crisi da intossicazione di assenzio. Ernest Hemingway dichiarò di amare l'assenzio per i suoi effetti di far cambiare le idee. Oscar Wilde, riferendosi ai bicchieri bevuti con acqua e zucchero (non a quello non diluito che ha un sapore amarissimo) scriveva:
"Un bicchiere d'assenzio, non c'è niente di più poetico al mondo. Che differenza c'è tra un bicchiere di assenzio e un tramonto? Il primo stadio è quello del bevitore normale, il secondo quello in cui cominciate a vedere cose mostruose e crudeli ma, se perseverate, arriverete al terzo livello, quello in cui vedete le cose che volete, cose strane e meravigliose".
Verso gli inizi del ventesimo secolo già si vociferava che l'assenzio avesse delle proprietà non del tutto controllate: il suo abuso, nonché la assuefazione che dava ai suoi consumatori iniziò a far sospettare che fosse una sorta di droga (ancora oggi, qualcuno crede che sia un liquore contenente oppio). D'altra parte, i suoi effetti sono del tutto particolari: il moderato bevitore di vino tende all'allegria ed alla socializzazione, il bevitore di birra ha una ubriacatura più profonda, il bevitore di assenzio è invece perso nelle sue fantasticherie, la sua creatività aumenta ed anche per questo divenne la bevanda preferita fra gli artisti.

A fronte di questo enorme successo, il declino dell'assenzio fu altrettanto rapido: scomparve da tutti i mercati d'Europa e d'oltre oceano in poco più di un decennio. Le ragioni di questo sono essenzialmente tre: innanzitutto il forte movimento che si batteva contro l'alcolismo e che attraversò tutta l'Europa nei primi anni del Novecento, poi gli studi scientifici che individuavano il tujone quale neurotossina responsabile di provocare convulsioni e morte negli animali da laboratorio, infine la pressione esercitata dai produttori di vino francesi che temevano la crescente popolarità dell'assenzio. Nel 1915 venne soddisfatto il desiderio dei nemici dell'assenzio, e con la guerra mondiale l'absinthe precipitò lentamente nell'oblio.


IL NUOVO ASSENZIO

Nel 1998, Radomir Hill nella Repubblica Ceca, tenta di rilanciare la distilleria di famiglia oramai in declino e una bottiglia di Absenta importata dalla Spagna gli suggerisce l'idea di produrre l'Hill's Absinth. Non ci volle molto per diffondere la sua bevanda singolare che poco ha a che vedere con l'antico absinthe consumato dagli artisti, ma la frenesia e la curiosità dei turisti di Praga e non solo, ha fatto sì che l'Hill's Absinth, pur non essendo un vero assenzio, ha ottenuto un successo strepitoso allargatosi anche a Londra.
Con l'Unione Europea, altre ditte hanno ripreso a produrre assenzio, limitando con mezzi moderni la concentrazione di tujone, l'alcaloide responsabile delle allucinazioni e dell'assuefazione.


DOVE SI PUO' TROVARE

L'assenzio rimane tuttora illegale in quasi tutta Europa e negli USA.
In Italia, dove la pianta cresce abbondante e diffusissima, è nota come assenzio maggiore e, come erba officinale medicamentosa, è vendibile solamente in farmacia.
Nonostante il divieto interno, è possibile vendere in altri Paesi l'assenzio prodotto in Francia, perché quando il divieto fu messo in atto nel 1915 il Governo francese lasciò in vigore una licenza per la sola esportazione, in modo da permettere lo smaltimento dell'assenzio rimasto dopo il divieto. La legge parla di "divieto di vendita" e dunque, stabilito che la produzione e la licenza di esportazione sono in essere a tutt'oggi, si è aperta la strada alla commercializzazione dell'assenzio francese (al momento l'unico è l'absinthe La Fée), ma solo in Paesi al di fuori della Francia.
Attualmente, il tujone è una sostanza controllata nell'ambito dell'Unione Europea. Il contenuto di tujone nell'ssenzio La Fée (oltre 10 volte inferiore a quella indicata nella ricetta originale) rientra in questi parametri legali ma, a detta del produttore, paragonabili a livelli comunemente rilevati nell'assenzio del XIX secolo. Questo significa che un vero assenzio che contiene assenzio maggiore (Artemisia absinthium) dovrebbe offrire un'esperienza diversa da quella dell'ebbrezza alcolica. Comunque, anche il nuovo assenzio ha un grado di alcolicità (70 gradi) mediamente superiore ai superalcolici, per cui deve essere consumato con assoluta moderazione.
L'assenzio si trova facilmente nella Repubblica Ceca, ma in questo caso è un prodotto differente dall'originale in quanto la gradazione alcolica è molto più bassa e il colore è diverso: quello dei bar e delle discoteche è azzurrino, quello dell'emporio ceco è verde smeraldo o verde chiaro, mai azzurro. E' bene essere diffidenti dai prodotti commerciali perché non sempre ne derivano effetti allucinatori ma una più prosaica ubriacatura con sintomi da avvelenamento.


COME SI CONSUMA

Il fascino dell'assenzio è anche legato al particolare modo di consumarlo, che ne costituisce un rituale. In effetti, esistono diversi modi per berlo ed il sapore varia di conseguenza.

LISCIO: si beve direttamente come tale, preferibilmente servendolo in un bicchierino da liquore.

ALLA FRANCESE: è il rituale classico. Si versa nel bicchiere una dose di assenzio, si appoggia un cucchiaino apposito, forato con una zolletta di zucchero sopra, e con una brocca, si fa gocciolare dell'acqua ghiacciata (5 parti per 1 parte di assenzio) sullo zucchero per stemperarlo dolcemente. L'acqua e lo zucchero hanno la funzione di diluire ed addolcire la proverbiale amarezza dell'assenzio, e si dice, anche di aumentare gli effetti del tujone. Dopo aver fatto scivolare lo zucchero in fondo al bicchiere si deve agitare un po' e sorseggiare pian piano. L'assenzio bevuto in questo modo, rimane fresco e con un gusto dolce al punto giusto.

FLAMBÈ' o BOHEMIÈNNE: si mette prima di tutto il cucchiaino con lo zucchero sopra il bicchiere, si versa l'assenzio bagnando la zolletta di zucchero e successivamente avvicinandola al liquore. Fatto questo si incendia la zolletta in modo che il fuoco caramelli lo zucchero che gocciolando infiamma anche l'assenzio. Fatto caramellare per una quindicina di secondi si spegne il fuoco e si allunga la miscela con acqua. Questo metodo rende l'assenzio caldo e inebriante.

LISCIO FRANCESE FLAMBÈ


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