Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce il 20 ottobre 1854 a Charleville, cittadina francese oggi rinominata Bérégovoy. Il padre, capitano d'armata, abbandona la madre Vitalie dopo averle dato cinque figli: Frédéric, Arthur, Victorine, Vitalie e Isabelle. Arthur ha 7 anni e cresce con una madre rigida e severa, preoccupata per l'educazione e la rispettabilità, e anche se più tardi la sua rivolta sia stata violenta e naturale, tenderà sempre verso lei.
Arthur segue gli studi all'istituto Rossat, poi al collegio, dove ha un curriculum eccezionale e una prodigiosa precocità: colleziona tutti i premi di merito, in letteratura, versione, componimento e scrive con virtuosità in latino. Arraffando tutti i premi, si affranca dalle umiliazioni dell'infanzia.

Nel 1870 fa la conoscenza di Georges Izambard, un giovane supplente di retorica, che diverrà per lui un padre sostituto, una sorta di bastione contro la "mother" (la madre castratrice) da lui soprannominata "mamma flagello", ma soprattutto una guida sui sentieri della poesia, dal momento che il giovane Arthur si riconosce poeta.
Arthur fugge da Charleville, in direzione di Parigi, dove vuole diventare giornalista. Ma non è che l'inizio di una lunga serie di fughe, dato che Arthur è ossessionato dal bisogno morboso di camminare, ancora e sempre, per accostarsi a un altro mondo oltre gli oceani e le montagne, sempre più lontano. Verlaine dirà di lui che è un "viaggiatore cencioso".
Nella celebre Lettera a Paul Demeny o Lettera della spia, egli afferma il suo rigetto della "poesia soggettiva" ed espone la sua propria ricerca della poesia: vuole farsi "spia", per una "lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi". E' così che Rimbaud, l'allievo iperdotato, rifiuta di tornare al liceo, fugge e beve dell'assenzio.

Chiamato da Paul Verlaine, a cui ha inviato qualche lirica, a 17 anni comincia con lui una relazione intima e una vita di vagabondaggio. Questa relazione tumultuosa termina nel 1973. I due amici sono a Londra quando Verlaine abbandona tutto d'un tratto Rimbaud affermando di voler tornare dalla moglie, deciso, se lei non lo avesse riaccettato, a spararsi. Trasloca in un albergo a Bruxelles, dove Rimbaud lo raggiunge, certo che non avrà il coraggio di mettere fine ai suoi giorni. Nel momento in cui Arthur lo vuole lasciare Verlaine, ubriaco, spara due colpi all'amico, ferendolo leggermente. Verlaine viene incarcerato a Mons, Rimbaud, invece, raggiunge la fattoria di famiglia a Roche, nelle Ardenne, dove scrive Una stagione all'inferno.

Smetterà di scrivere a 21 anni, avendo compiuto tutto ciò che era in suo potere, nel "deserto e nella notte" che lo attorniano. Sa ormai che, da sola, la poesia non può cambiare la vita.


L'AVVENTURA D'AFRICA

A 24 anni, il giovane poeta abbandona il mondo della letteratura e dei salotti per vivere l'avventura come rimedio alla noia. Yemen, Gibuti, Etiopia, Eritrea, furono i paesi verso cui vagò, ma che non furono altro che il teatro di una lunga deriva personale, nei quali finirà per perdersi. Lavorò come semplice operaio, fu caporeparto dei raccoglitori di caffè. Nel dicembre 1880, arriva ad Harar, in Etiopia, la città dei 99 minareti. La leggenda racconta che fu uno dei primi occidentali a penetrare in questa città santa dell'Islam. Diviene gerente di un banco commerciale e pratica il commercio dell'avorio, del caffè, delle pelli e dell'oro. Si lancia anche nel commercio di armi, dato che all'epoca la regione è agitata da numerosi conflitti.

Nel 1891 si fa rimpatriare, un tumore al ginocchio si è manifestato e dovrà essere amputato. Torna in Francia con la sua stampella e una nuova gamba, di legno. Purtroppo non è stato possibile fermare la cancrena e lui va a morire a Marsiglia, il 10 novembre 1891, all'età di 37 anni, tra sofferenze atroci, vegliato dalla sorella Isabelle.

L'amico Paul Verlaine riassumerà con una sola frase gli anni erranti di Rimbaud, "non ha fatto altro che viaggiare terribilmente e morire giovanissimo".


IL SUO APPORTO ALLA POESIA

La scrittura personale di Rimbaud, questa ricerca assoluta dell'essenza della poesia, ha avuto così tanta risonanza innanzitutto perché dà l'esempio universale di un'esperienza dei limiti, avendo ciascuno nel corso della vita risentito questa rivolta che il poeta maledetto, sciogliendo tutti gli ormeggi, spinge al suo culmine, mentre l'uomo comune si accontenta di nasconderla freddamente sotto la maschera che la società ci richiede.
Rimbaud ha anche inventato una nuova lingua, come egli stesso la desiderava. Nessuna descrizione minuziosa, solo una forma, una violenza carnale nel colore squillante. Con lui, la poesia ha il colore della musica e della pittura, il movimento della danza e del sogno, aprendo la strada alla poesia contemporanea.



1869


dicembre 1871
foto di Carjat


1871, disegno di Cazals
Rimbaud con l'ombra di Verlaine


dipinto di Fantin
(Verlaine e Rimbaud a sinistra)


particolare del dipinto
di Fantin


disegno di Coussens


1883
autoscatto in Etiopia

novembre 1891
disegno di Isabelle Rimbaud

tomba a Charleville


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