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EUROPA


Nome: Europa (significa "colei che ha gli occhi ampi" o "il volto largo".

Genitori: Agenore (re di Tiro) e di Telefassa, sorella di Fenice (capostipite dei fenici), Cilice (capostipite dei cilici), Cadmo (fondatore di Tebe).

Figli: Minosse e Radamanto (i due divini giudici infernali) e Sarpedonte da Zeus (re degli dei).

Ruolo: Bellissima principessa.

Leggende: La giovane e bellissima principessa viveva in Fenicia. Abituata a recarsi verso la spiaggia con le compagne a raccogliere fiori e tesserne ghirlande di cui incoronarsi, fu subito notata da Zeus che si innamorò di lei, e, per non intimorire la ragazza, ricorse ad una delle sue frequenti metamorfosi, trasformandosi in uno splendido toro bianco con la fronte ornata da corna a mezzaluna. Vedendolo mansueto Europa si mise ad accarezzarlo, poi per gioco gli salì in groppa. Allora il toro si mise a correre verso il mare e sempre sul mare sul quale galoppava come se fosse sulla sabbia, si diresse sull'isola di Creta. Dopo diverso tempo giunto sull'isola, Zeus riprese le sue sembianze divine e fece sua la bella Europa, che generò Minosse, Radamanto, i due divini giudici infernali, e Sarpedonte. Nel frattempo il padre Agenore aveva mandato i fratelli di lei, Cadmo Fenice e Cilice, a cercarla per il mondo con l'ordine di non ripresentarsi in Fenicia senza la sorella. Ma alla fine anche lui finì per rassegnarsi alla prepotenza del re dell'Olimpo, mettendosi l'anima in pace. Conclusasi l'avventura di Europa con Zeus, la principessa sposò Asterione, re di Creta.
Alla sua morte, Europa fu onorata come una dea e Zeus ricreò la forma del toro bianco nelle stelle che compongono la Costellazione del Toro.

Iconografia: Quello del ratto di Europa è uno dei miti più celebri e rivisitati dagli artisti di ogni tempo. Nella pittura spesso Europa è raffigurata sul dorso del toro a volte con le ali o con un pesce o un fiore in mano. Suoi attributi sono anche tralci di vite, un cerchio o una collana o una lancia, tutti doni di Zeus.

Immagine in alto: Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne, 1622-1625.


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