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La mitologia greca, e in generale qualunque mitologia, è propriamente un insieme di racconti favolosi, una narrazione di miti tramandati per tradizione, studiati nella loro origine, nel loro significato, nel loro simbolismo, e assunti dai poeti nelle loro opere letterarie. Fatti e personaggi di cui ci narra la mitologia possono essere considerati semplici allegorie, e sotto i nomi divini si celano, in effetti, le forze della natura o le qualità morali dell'uomo. La religione greca fu antropomorfa (letteralmente "a forma d'uomo"), perché diede agli dèi tutti i pregi e i difetti degli esseri umani, oltre che le stesse sembianze umane. Secondo una particolare interpretazione della tradizione mitologica, gli dèi altro non erano stati che la divinizzazione di personaggi umani realmente esistiti in tempi remoti, alle cui gesta eroiche gli affascinati posteri avevano poi attribuito, col tempo, qualità divine e sovrumane. Questa interpretazione fece buon gioco per i Padri della Chiesa della nuova religione (quella cristiana), i quali poterono così dimostrare al mondo pagano che le sue antiche divinità non erano dèi ma semplicemente uomini divinizzati dalla fantasia popolare o addirittura dèmoni nefasti. Essendo antropomorfa, la religione greco-romana era necessariamente politeista (con molti dèi), dovendo attribuire a ciascuna divinità una specifica caratteristica umana: è l'uomo che crea il divino, e poi gli dà la forma delle proprie passioni, dei propri istinti, delle proprie debolezze, della propria potenza. La mitologia greca, probabile sviluppo delle credenze primitive cretesi, comprende un insieme vastissimo di leggende, spesso collegate tra loro, riguardanti dei immortali dalle sembianze e sentimenti umani, che dimoravano sul monte Olimpo e che avevano ruoli precisi e per questo venivano adorati dai mortali con riti differenti. Su tutti governava Zeus, il signore degli dei. Gli altri undici dei principali erano Afrodite, Apollo, Ares, Artemide, Atena, Demetra, Efesto, Era, Ermes, Estia, Poseidone. Ogni dio aveva poteri derivanti dal proprio ruolo e veniva spesso accompagnato da divinità minori. Per questo motivo proliferavano templi in ogni città e si organizzavano sovente feste in loro onore in cui poeti cantavano le loro gesta leggendarie contribuendo così a divulgare oralmente la conoscenza degli dei nel popolo. I Greci erano molto timorosi nei confronti dei loro dei, poiché sapevano che sarebbero stati puniti severamente se non avessero mostrato umiltà e devozione. Per continuare ad avere la benedizione dei loro dei, i greci erano soliti pregarli ed onorarli con sacrifici di animali, naturalmente la magnificenza del sacrificio era proporzionale ai potenziali vantaggi che ne sarebbero seguiti se le divinità li avessero ascoltati. Alcuni luoghi erano considerati particolarmente sacri, ad esempio Delfi era dedicata ad Apollo ed in uno dei suoi numerosi templi vi era un potente oracolo che prediceva il futuro.Esso era protetto, come ogni tempio, dai sacerdoti, i quali erano anche gli unici degni di essere preposti al suo mantenimento ed all'interpretazione delle parole del dio che inevitabilmente risultavano di difficile comprensione per i mortali.


Immagine in alto: Gian Lorenzo Bernini, Apollo e Dafne, 1622-1625.


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